Wild Nahani
Il cinismo fu un movimento filosofico che ebbe la propria origine in Atene, avviato da Antistene nel IV sec. a. C. e protrattosi sino al IV sec. dopo Cristo. L'etimologia del nome cinico deriva da "cane", epiteto dato al più famoso rappresentante della corrente, Diogene di Sinope, e da lui accettato, come simbolo dello stile della propria vita.
In questa sede vogliamo brevemente ricordare il pensiero cinico, fortemente distorto nel suo significato originale, per affermare una saggia visione della vita estremamente attuale in antitesi al consumistico e superficiale pensiero contemporaneo.
"La natura, secondo i Cinici, ha creato le condizioni più adatte per la vita e il benessere di tutti i viventi; alterare artificialmente quelle condizioni significa introdurre un perturbamento nel piano della natura e indebolire l'uomo, rendendone più penosa l'esistenza: di qui la condanna della civiltà con tutte le sue conquiste (famiglia, stato, leggi, progresso scientifico, arti, ecc.) e l'aspirazione a un ideale di esistenza senza bisogni, di vita secondo natura, simile a quella degli animali e dei popoli primitivi. Così i Cinici ostentavano un'assoluta indifferenza (adiaforia), non solo per i beni, ma anche per i mali più temuti e aborriti, indifferenza che per loro era frutto della liberazione da tutto ciò che essi chiamavano falsa opinione, fumo o illusione. Tale liberazione interiore era possibile attraverso l'esercizio della virtù, da essi intesa come autosufficienza dello spirito (autarchia), e la vittoria sulle passioni.............Ma se il cinico proclama la propria indifferenza di fronte ai valori correnti, positivi e negativi, indifferenti non gli sono però le condizioni esteriori di vita, in quanto possono favorire od ostacolare quell'affrancamento totale in cui consiste la felicità (eudemonia), da lui inteso come concetto negativo: poiché alla liberazione interiore giunge più facilmente il mendìco che non il re. Così il cinico opera una vera e propria inversione dei valori, disprezzando ciò che è da tutti ambìto e desiderando ciò che tutti aborriscono; è così che lo vediamo errare coperto di un ruvido mantello, unico indumento per tutte le stagioni, barba e capelli incolti, incurante del disprezzo e degli oltraggi di chi è colpito dalle parole amare, ora argute, ora volgari, con cui egli bolla le debolezze e le iniquità umane, ................ I Cinici esaltavano la libertà personale, proclamavano l'uguaglianza di tutti gli uomini e volevano veder abolite tutte le differenze di ceto e di nazionalità, i privilegi del sesso e della nascita..............." (Merlo, 1958).
“Oh grande spirito
concedimi la serenità
di accettare le cose
che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose
che posso cambiare
e la saggezza
di capirne la differenza”.
(preghiera indiana Cherokee)